
BAMBINE E ADOLESCENTI SENZA DIRITTI E LA POVERTÀ FEMMINILE
TOCCA IL FONDO
(di Eduardo Terrana)
Nella ricorrenza dell’11 ottobre 2020 della “ Giornata Internazionale delle bambine “, torno a trattare, con sensibile attenzione, un tema alquanto delicato, quello della drammatica ed allarmante realtà di milioni di bambine e adolescenti nel mondo, che si trovano ancora a vivere difficoltà, quali malattie, guerre, abbandono, violenze, stupri, rapimenti, umiliazioni, discriminazioni, che eccedono le condizioni solite dell'infanzia e dell’adolescenza ed investono la loro esistenza imponendo condizioni di vita , inimmaginabili per la nostra sensibilità ed esperienza.
Il valore della dignità, del possesso ed esercizio del diritto all’infanzia, ogni giorno, viene negato a milioni di bambine ed adolescenti, le cui vite sono a rischio per varie ragioni: gravidanze precoci ed indesiderate, matrimoni forzati, promesse spose anche in età ancora infantile, abusi e corpi violati, che costituiscono solo alcune delle violenze subite.
I dati divulgati dall’UNICEF e dall’Organizzazione Save the Children evidenziano, ancora nel 2019, un quadro allarmante.
La violenza fisica e/o sessuale è molto diffusa non solo nella fascia d’età tra i 15 ed i 19 anni, ma anche in età minore; ad oggi 120 milioni di ragazze in tutto il mondo, una su dieci, hanno subito uno stupro o un atto sessuale forzato.
I matrimoni precoci, un totale di oltre 765 milioni ad oggi, non diminuiscono, con una età media che si attesta sui 15 anni. Oltre 12 milioni di bambine vengono costrette ogni anno al matrimonio anche con uomini molto più grandi di loro. Nel 2019 ogni minuto quattro ragazze su dieci sono state costrette al matrimonio prima di aver compiuto 15 anni. Il fenomeno è talmente diffuso che si calcola che entro il 2030 ci saranno 130 milioni di spose bambine. Impressionano i casi limite del Bangladesh, paese che in Asia ha il più alto numero di matrimoni precoci, anche meno di dieci anni, e la legge non protegge le bambine; e del Burkina Faso, che detiene il primato dei matrimoni precoci delle bambine inferuori a 15 anni.
Ma sono preoccupanti anche le realtà di Mozambico, Repubblica Centro Africana, Niger, Sud Sudan, Chad, Mali, Guinea, Madagascar,Afghanistan,India, con percentuali di ragazze sposate che variano dal 30 al 40%. Rilevante è anche il numero delle morti per matrimonio precoce,70 milioni.
La pratica delle mutilazioni dei genitali femminili rimane ancora molto diffusa Si contano ad oggi almeno 200 milioni di ragazze vittime di mutilazioni genitali femminili in almeno 30 paesi , dove i dati sono poco pubblicizzati e quindi indicativi, mentre nei paesi che rendono noti ed accessibili i dati risulta che la maggior parte delle ragazze ha subito la pratica della mutilazione prima dei cinque anni.
Oltre 13 milioni di bambine ed adolescenti nel mondo ogni anno vivono gravidanze precoci, con seri rischi per la salute. Per tante ragazze tra i 15 ed i 19 anni il parto risulta essere la causa prima di morte.
Nei paesi teatro di conflitti, come ad esempio il Mali e il Chad, le gravidanze precoci, spesso conseguenza di abuso, sono ancora più frequenti e coinvolgono ogni anno una ragazza su sei. Il 30% dei minori legati a gruppi armati sono ragazze , spesso usate come schiave sessuali.
La casistica conta ancora 70 milioni di bambine sottoposte a sfruttamento di vario genere oppure uccise appena nate dalle loro povere famiglie che non possono provvedere alla loro crescita. Inoltre almeno un milione di bambine, ogni anno, è avviato e costretto alla prostituzione per un giro di affari di diversi miliardi di dollari.
Le cifre dicono ancora: che in tanti Paesi del mondo, le bambine e le ragazze incontrano ostacoli e subiscono forti discriminazioni nell’accesso alla scuola primaria e secondaria, in particolare in Nord Africa, nell’Africa sub sahariana, in Australia e in Asia occidentale. Oltre 15 milioni di bambine in età scolare non avranno mai, di conseguenza, la possibilità di frequentare la scuola primaria e di imparare a leggere, a scrivere e a fare di conto.
Un quadro, quello delineato, che definire disarmante è estremamente riduttivo e che evidenzia che c’è ancora molto da fare per garantire un futuro a milioni di bambine ed adolescenti che affrontano ogni giorno questa desolante realtà, che si presenta ancora più grave e di problematica soluzione per le ragazze con disabilità, in particolare, per quelle che vivono in famiglie povere isolate in aree rurali o zone di montagna.
L’Organizzazione Save the Children stima che se tutte le adolescenti del mondo portassero a termine l’istruzione secondaria, si potrebbero evitare 51 milioni di matrimoni precoci fino al 2030.
Nonostante si affermi in tutte le carte di diritto internazionale che le donne e le ragazze hanno gli stessi diritti degli uomini e dei ragazzi e che debbono essere trattate equamente, questo, di fatto, non succede e viene smentito nella pratica realtà di tutti i giorni.
Così i numeri dicono che milioni di ragazze nel mondo non hanno riconoscimento di genere e crescono affrontando una vita di disagi, umiliazioni e frustrazioni continue.
La quarta Conferenza Mondiale Sulle Donne di Pechino, svoltasi nel settembre 1995, nella sua Dichiarazione finale della Piattaforma d’Azione , votata da tutti i Paesi aderenti all’assemblea Generale dell’Onu, intese riconoscere la necessità d’intervento urgente per le bambine e le adolescenti: sulla grave piaga degli stupri, delle spose bambine e delle gravidanze precoci; delle violenze in zone di conflitto; del mancato accesso alla scuola primaria; del negato diritto a gestire il proprio corpo; del non poter scegliere chi sposare e quando e come; evidenziando il ruolo fondamentale dell’istruzione nel ridurre la pratica dei matrimoni precoci e riconoscendo in modo specifico il potenziale delle bambine e le sfide che devono affrontare.
Il documento è considerato il progetto più progressivo per il riscatto della condizione femminile ed è rilevante oggi come lo era 25 anni fa, atteso che grandi ostacoli permangono per il raggiungimento dell’obiettivo dell‘uguaglianza di genere e per la creazione delle condizioni “per realizzare al massimo il potenziale delle bambine e delle donne di tutte le età, assicurare la loro piena e uguale partecipazione alla costruzione di un mondo migliore per tutti e rafforzare il loro ruolo nel processo di sviluppo.”
A distanza di 25 anni dalla Dichiarazione di Pechino spiace rilevare l’ingiustificato ritardo di progettualità determinanti ed esaurienti a fronte di una realtà della condizione della donna, minorile ed adulta, che ormai ha toccato il fondo, che impone, a livello mondiale, l’ urgente necessità di una accelerazione sul fronte dei progetti e degli interventi per garantire a tutte le minori e le adolescenti, ed alle donne in genere, un futuro!
La data ultima del 2030, pertanto, per raggiungere l’Obiettivo globale dell’Onu di porre fine ai matrimoni precoci, di scongiurare che 134 milioni di ragazze saranno obbligate a sposarsi e che 28,1 milioni di esse contrarranno matrimonio prima del loro 15° compleanno, non può essere disattesa, in considerazione, peraltro, che le donne, secondo quanto afferma l’UNICEF, “hanno un ruolo centrale nella comunità; che per aiutare i bambini e le bambine è necessario sostenere le loro madri; che investire nelle bambine vuol dire contribuire a cambiare il futuro delle nuove generazioni . “
Affermazioni,queste, che ribadiscono che i diritti delle donne sono diritti umani e che la prospettiva di genere, inteso come sesso femminile, quindi differente , biologicamente, dal genere maschile, va applicata a tutte le politiche di sviluppo.
Garantire a tutte le donne identità di genere e alle ragazze, in particolare, parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, costituisce non solo la base imprescindibile per promuovere economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera, ma anche la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace.
Proteggere, pertanto l’infanzia delle bambine ed il loro sviluppo affinché queste diventino giovani donne capaci di inseguire i propri sogni e le proprie aspirazioni , di costruire la propria personalità e, quindi, la propria identità, e di realizzare il proprio futuro, è la grande sfida a cui la nostra epoca è chiamata.
Una sfida che non può essere persa!
Eduardo Terrana
Saggista e Conferenziere internazionale su diritti umani e pace
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