IL VALORE TERAPEUTICO DELLA POESIA di Eduardo Terrana La poesia è espressione di sé attraverso la rappresentazione di situazioni ed emozioni. Il Poeta, nella visione critica della poetessa e scrittrice Anna Ribezzo, ”è quel fanciullino, (tanto caro al Pascoli), presente in un cantuccio dell' anima di ognuno. Un fanciullino che rimane piccolo anche quando noi cresciamo e arrugginiamo la voce, anche quando, nell' età più matura, siamo occupati a perorare la causa della nostra vita e meno siamo disposti a badare a quell' angolo d' anima.” Il Poeta ci riesce con la sua Poesia ed arriva alla Verità in maniera quasi irrazionale e, intuitivamente, arriva al cuore delle cose e al mistero che palpita segreto in ognuno di noi. "La poesia il cui materiale è il linguaggio, è forse”, secondo Hannah Arendt, “la più umana e la meno frivola delle arti, quella in cui il prodotto finale resta più vicino al pensiero che l'ha ispirata.” In tale accezione la Poesia, in quanto trasmettitrice di emozioni, e quindi di un messaggio d'amore, oltre che di umana esperienza, ben si presta al compito che i Poeti, che possiedono un animo empatico, le chiedono di svolgere. Con il termine "philia" gli antichi greci intendevano sia l'Amore che l'Amicizia e i due sentimenti erano parimenti forti e nobili e tali figurano nelle migliori liriche dei Poeti antichi che sono giunte sino a noi. E mi chiedo di cosa hanno di bisogno ammalati ed anziani se non di amore ed amicizia? Ecco allora che la Poesia si sposa magnificamente con il bisogno di assistenza morale e sociale espresso dagli ammalati e dagli anziani. Perché se è vero come è vero che il mondo dell’ammalato e dell’anziano è caratterizzato dalla solitudine e dallo sconforto, è però anche contrassegnato dal sogno della guarigione e dalla speranza. Allora è anche vero che la Poesia, come messaggera d’amore, come speranza di un sogno che si vuole diventi realtà, agisce come un microscopio che guarda il piccolissimo e lo ingrandisce e, quindi, può entrare e guardare nell’animo umano e metterne a nudo il sentire, tanto se è un sentire di gioia, quanto se è un sentire di dolore e in tal caso aiutare a vivere, consentendo di mitigare, quando addirittura non sconfiggere, il disequilibrio interiore provocato dal male e consentendo il recupero della identità perduta. Poesia viene da “poiesis" con il significato di “creazione", che ha in sé alcune qualità della musica, e come la musica è condivisione di emozioni, che avvolgono in un vortice di piacevoli sensazioni e trascinano nella profondità del sogno. E il Poeta conosce bene l'arte dell’uso della parola e del comporre versi, attraverso cui trasmettere e far sentire il suo messaggio d’amore. La poesia, musica dell’anima che fortifica tanto il cuore quanto la mente, “non e' un semplice sfogo di sentimenti”, scrive C.Calabrò, “né un gioco di parole. La Poesia è un'interrogazione nel profondo di noi stessi. E’la rivelazione della vita non vissuta e che ci manca.” Non può allora non rilevarsi che l’ammalato, come l’anziano, ha tanta vita non vissuta, che rimane uno spazio vuoto. La poesia, per la persona in sofferenza, è la vita che ha dentro, che nessuno riesce a definire, a capire, a scrivere, che solo il poeta può intuire nel suo dramma più profondo e rendere con parole che riescono ad arrivare direttamente al cuore, facendo così sbocciare l’emozione della Poesia. Per avvicinarsi alla Poesia bisogna essere nudi, sinceri, veri. Scrive Vincenzo Mollica che “Ogni parola dentro di sé contiene lacrime e gioia.” Il poeta Giovanni Pascoli nelle pagine della sua “Poetica del Fanciullino” scrive: “Poesia è trovare nelle cose il loro sorriso e la loro lacrima”. C’è un VISSUTO dietro ogni SOFFERENZA. C’è una PERSONA con il suo vissuto di sorrisi e di lacrime, di gioie e di dolori, di speranze e delusioni, di attese fiduciose nel proprio futuro. Allora è forte il trauma fisico e psichico della PERSONA che a causa di una malattia si vede strappato al proprio vissuto. La poesia però non teme di guardare la malattia negli occhi, perché è cura adatta per i mali della mente e dell’anima; perché. è terapia in grado di assolvere al bisogno di assistenza morale e sociale espresso dagli ammalati e dagli anziani, nei quali al dolore fisico si associa spesso anche lo stress, l’inquietudine, l’insonnia, la depressione, l’astenia malinconica; perché è terapia in grado di contribuire a risollevare, nel fisico e nello spirito, il morale della persona malata o dell’anziano, stabilendo un contatto diretto con la solitudine, col dolore, con l'angoscia, con le fragilità del malato o dell’anziano, che necessitano di uno strumento che consenta loro di comunicare e di restituire un senso ed un segno di vita. E la poesia assolve bene al compito, perché consente la riflessione sulla malattia, sui bisogni e sulle aspettative dei soggetti in condizione di bisogno morale e sociale di essere ascoltati; di esprimere le loro necessità di parlare, raccontarsi, chiedere di essere riconosciuti e trattati come persone normali e non come corpi estranei, aldilà della malattia che stanno vivendo; e di vedersi riconosciuti come persone con bisogni, desideri, aspettative, risorse ma soprattutto di potersi pensare in un nuovo futuro quali membri attivi di una comunità familiare e sociale e in grado di dare e ricevere ancora amore. Eduardo Terrana Giornalista-saggista-conferenziere internazionale su diritti umani e pace Proprietà letteraria riservata

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina PUGLIA D’AMARE QUOTIDIANO o iscrivetevi al gruppo pugliadaamarequotidiano.it Grazie.