La guerra e la pace: La Liberazione dell’Italia

25 aprile 2013
Donne Partigiane
Donne Partigiane

 

 La guerra e la pace

Il duce, il re e il partigiano la guerra in Italia

 

Nel luglio 1943 gli anglo-americani sbarcano in Sicilia e iniziano una difficile conquista della penisola. Il fascismo, perso il consenso delle masse, cade  il 25 luglio del 1943. Mussolini, arrestato, viene fatto liberare da Hitler, che se ne serve per creare la repubblica di Salò ( 23 settembre ), Stato fantoccio necessario al  Führer per impedire il rapido cedimento del fronte meridionale d’Europa. L’Italia si spacca in due: i nazi-fascisti al centro-nord, la monarchia al sud, legata agli alleati  da un patto di co-belligeranza. Le forze antifasciste, dai comunisti ai liberali, danno vita alla resistenza, combattendo contro i tedeschi e i repubblichini di Salò. La disfatta tedesca sugli altri fronti decide anche per le sorti italiane. Il duce fugge, è catturato e ucciso. L’Italia si avvia verso la libertà e la repubblica.

 

Cosa sono le formazioni partigiane

Le formazioni partigiane sono articolate in brigate e divisioni che si rifanno alla parte politica di riferimento: le Brigate Garibaldi al Partito comunista; le Brigate Matteotti al Partito socialista; le Brigate Giustizia e libertà al Partito d’Azione.
Si aggiungono le Brigate Autonome, composte principalmente di ex militari, senza connotazioni politiche, benché talvolta simpatizzino per la monarchia.

Donne partigiane

Nel novembre 1943 si formano i GdD ( Gruppi di difesa della donna ) cui, entro la fine della guerra, aderiscono 70.000 donne partigiane comuniste, socialiste e azioniste. La metà sarà direttamente esposta nelle azioni di guerra: 4.653 sono arrestate e torturate, 2.750 deportate in Germania, 2.812 fucilate o impiccate, 1.070 cadute in combattimento.

Storia

Giunto il via libera degli Alleati, il 24 aprile il CDL ordina l’insurrezione generale. Milano il 25 è sotto il controllo dei partigiani, Genova vede la resa dei tedeschi il 26. La capitolazione della Wehrmacht avviene in quasi tutti i casi nel quadro di una reazione contenuta: da tempo, infatti, il comando delle armate germaniche in Italia e Austria sta trattando la resa con gli Alleati. Solo alcuni reparti, in particolare di SS, più che altro privi di informazioni, continuano a combattere, nel tentativo di guadagnare le Alpi. Nelle città insorte, pochi irriducibili fascisti continuano  in qualche caso a sparare  sulla folla come cecchini. Il 29 aprile, però, tutto cessa.
Pochi giorni prima, Mussolini, appresa la decisione della resa tedesca, tenta la fuga. Viene  riconosciuto dai partigiani e catturato il 26 aprile a Dongo, nei pressi del lago di Como, insieme ad altri esponenti della RSI. Per decisione del CLN viene fucilato insieme alla sua compagna Claretta Petacci e altri esponenti del fascismo il 28 aprile. Il giorno successivo i cadaveri dei giustiziati, vengono portati a Milano e appesi per le gambe al pubblico ludibrio sulle strutture di un distributore di benzina a piazzale Loreto, dove alcuni mesi prima erano stati fucilati 15 partigiani.

La guerra dell’Italia è finita.
Da allora il 25 aprile viene celebrato come giornata della Liberazione.©

  di Crescenza Caradonna

 

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